Tutti questi erano per la parte Nera, e furono mandati a' confini al castello della Pieve, in quel di Perugia. Dalla parte dei Bianchi, furon mandati a' confini a Serezzana messer Gentile e messer Torrigiano de' Cerchi, Guido Cavalcanti, Baschiera della Tosa, Baldinuccio Adimari, Naldo di messer Lottino Gherardini, ed altri. Questo diede gravezza assai a Dante; e contuttochè esso si scusi» (certo nella medesima lettera or perduta, di che riferimmo testè l'altro squarcio) «come uomo senza parte, nientedimeno fu riputato che pendesse in parte Bianca... E accrebbe l'invidia; perchè quella parte di cittadini che fu confinata a Serezzana, subito ritornò a Firenze; e l'altra ch'era confinata a Castello della Pieve, si rimase di fuori. A questo risponde Dante» (certo pur nella detta lettera), «che quando quelli di Serezzana furono rivocati, esso era fuori dell'uficio del Priorato, e che a lui non si debba imputare. Più dice, che la ritornata loro fu per la infirmità e morte di Guido Cavalcanti, il quale ammalò a Serezzana per l'aere cattivo, e poco appresso morì.278» Anche il Villani mostra che ambe le parti furono richiamate, benchè prima e per la ragione detta, la Bianca. «Questa parte stette meno ai confini; chè furono revocati per lo infermo luogo; et tornonne malato Guido Cavalcanti, onde morìo. Et di lui fu gran dannaggio, perciocchè era, come filosofo, virtudioso huomo in molte cose: se non ch'era troppo tenero et stizzoso.»279 Del resto, la scusa di Dante non è forse compiuta, potendo essere che egli, anche uscito di priorato, aiutasse con parzialità l'amico suo.
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