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      Ma tal aiuto dato fuori d'ufficio, fu ad ogni modo men colpevole; e ne l'accusin coloro a cui giovano i rigori delle condanne politiche, chè io non ardirei nemmeno riprender troppo Dante, se, come dubito, la ferita ricevuta in cuore dalla morte dell'amico lo fece anche più caldo nella parte di lui.
      Ed ecco che siam così già condotti fuori del priorato bimensuale di Dante: gli eventi importanti del quale furono, dunque, il ricevimento del Legato paciero cardinal d'Acquasparta; la dimanda di questo per aver balìa onde accomunare gli uffici tra le due parti; le difficoltà fattevi dalla parte Bianca che li teneva, e la baruffa destata per impazienza d'averli dalla parte Nera; il doppio esilio de' capi di ambe le parti intimato da' Priori, non forse senza qualche parzialità effettiva o preparata per li Bianchi; e quindi l'obbedir de' Bianchi, e il ricalcitrar de' Neri congiurati co' Lucchesi, e il loro obbedire stentato; e finalmente, le minacce della plebaglia contro il Cardinale, la satisfazione datagliene da' Priori, e, a malgrado di questa, il partirsi di lui scomunicando la città. Quanto segue è evidentemente posteriore al priorato.
      E così, prima il ritorno di Guido Cavalcanti infermo, ma che non morì se non al principio dell'anno seguente, e con esso quello d'alcuni o tutti gli altri Bianchi, e poco appresso quello di alcuni o tutti i Neri. Imperciocchè, al mese di dicembre, ritrovansi parecchi degli uni e degli altri a Firenze, e ritrovansi ad azzuffarsi di nuovo: il che dimostra quanto savio fosse stato il provvedimento di Dante e degli altri Priori di giugno.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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