«Quelli che aveano reo proponimento, non parlavano; gli altri aveano perduto il vigore. Baldino Falconieri... tenea la ringhiera impacciata mezzo il giorno, ed eravamo nel più basso tempo dell'anno. Messer Lapo Salterelli, il quale molto temea il Papa...., per appoggiarsi co' suoi avversari, biasimava i signori, dicendo: Voi guastate Firenze: fate l'ufficio nuovo comune; recate i confinati in Città; e havea messer Pazzino de' Pazzi in casa sua, che era confinato, confidandosi in lui, che lo scampasse, quando fosse tornato in istato.» Quindi, certo, il disprezzo espresso poi da Dante contro questo dubbioso e doppio uomo.299
Alberto del Giudice, «ricco popolano, maninconico e viziato,» instava perchè dismettessero i Priori, e se ne eleggesser de' nuovi, e si facesser tornare i confinati. Messer Loteringo de' Montespertoli voleva che a farli entrare, si traessero le porte de' gangheri. Messer Andrea da Cerretto, savio legista, e d'antico Ghibellino fatto Guelfo Nero od esagerato, domandato ora da Dino se si poeta far quell'elezione dei Priori nuovi fuor di tempo, rispose che non si potea.300
In questo, ritornarono, restando Dante in Roma, i due imbasciatori colleghi di lui, mandati indietro dal Papa. L'uno, Maso Minerbetti, uomo senza volontà propria; l'altro il Corazza, tanto Guelfo, che appena credea potesse rimaner volontà in nessuno narrandogli le parole del Papa. Quali fossero tali parole, non è detto; ma fattane giurar credenza, cioè segreto, ai due ambasciadori, e adunato un consiglio di sei legisti, fu preso il partito d'obbedire, e scrivere subito al Papa: – esser eglino a sua volontà, e che, per addrizzarli, ei mandasse messer Gentile da Montefiore cardinale.
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