.. Venuta la notte, la gente si cominciò a partire, e le loro case afforzarono, e con asserragliare le vie con legname, acciocchè trascorrere non potesse la gente.» Gli Scali principalmente fra' Bianchi, gli Spini fra' Neri, afforzarono i loro palagi a rincontro l'un dell'altro. Poi faceano questi a quelli buone parole; e così parecchi altri potenti Neri ad altri Bianchi, dicendo: «Deh perchè facciamo noi così? Noi siamo pure amici e parenti, e tutti Guelfi; noi non habbiamo altra intenzione, che di levarci la catena di collo che tiene il popolo a voi e a noi; e saremo maggiori che non siamo. Mercè per Dio. Siamo una cosa, come noi dovemo essere.» Così i Bianchi s'ammollivano, e i Ghibellini che li sostenevano, s'insospettivano; e non rimase fuori se non poca gente, non altro che alcuni artigiani a far la guardia. Intanto, messer Carlo, mostrando di voler che si punissero i malfattori, domandava la guardia delle porte della Città, e spezialmente del sesto Oltrarno ove dimorava: quelle gli furono negate, e queste date; «e levati ne furono i Fiorentini, e messi i Franciosi. E Messer Guglielmo cancelliere, e il maniscalco di messer Carlo, giurarono nelle mani a me Dino ricevente per lo Comune, e dieronmi la fede del loro signore: che riceveva la guardia della terra sopra a sè, e guardarla e tenerla a petizione della Signoria. E mai credetti che uno tanto signore, e della casa reale di Francia, rompesse la sua fede; perchè passò piccola parte della seguente notte, che per la porta che noi gli demmo in guardia, diè l'entrata a Gherarduccio Buondelmonti ch'havea bando, accompagnato con molti altri sbanditi.
| |
Venuta Scali Bianchi Spini Neri Neri Bianchi Guelfi Dio Bianchi Ghibellini Carlo Città Oltrarno Fiorentini Franciosi Messer Guglielmo Carlo Dino Comune Signoria Francia Gherarduccio Buondelmonti Deh
|