Prima ch'io fuor di puerizia fosse,
Volsimi alla sinistra col rispittoCol quale il fantolin corre alla mamma
Quando ha paura o quando egli è afflitto,
Per dicere a Virgilio: men che drammaDi sangue m'è rimasa che non tremi;
Conosco i segni dell'antica fiamma.345
Ma Virgilio n'avea lasciati scemiDi sè, Virgilio dolcissimo padre,
Virgilio a cui per mia salute diemi.
Piange Dante di tal dipartita, e subito incominciano quelle così tenere rampogne; che veda ognuno se siano da persona allegorica, Teologia, Filosofia, Italia e che so io; od anzi non di donna vera, viva, amata, desiderata e in cielo beata.
Dante, perchè Virgilio se ne vada,
Non piangere anco, non piangere ancora;
Chè pianger ti convien per altra spada.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Guardami ben; ben son, ben son Beatrice.
Come degnasti346 d'accedere al monte?
Non sapei tu che qui è l'uom felice?
Allora incomincia Dante a vergognarsi, ed intercedono (divina immaginazione) gli Angeli per lui. A tanta dimostrazione d'interesse stemprasi egli in lagrime; ed ella si rivolge, con parole che pajon veramente scelte in paradiso, alle sustanze pie:
Voi vigilate nell'eterno die,
Sì che notte nè sonno a voi non furaPasso che faccia 'l secol per sue vie;
Onde la mia risposta è con più cura,
Che m'intenda colui che di là piagne,
Perchè sia colpa e duol d'una misura.
Non pur per ovra delle ruote magne,347
Che drizzan ciascun seme ad alcun fine,
Secondo che le stelle son compagne;
Ma per larghezze di grazie divine,
Che sì alti vapori hanno a lor piova,
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