Di là dal qual non è a che s'aspiri,
Quai fosse attraversate o qual cateneTrovasti, perchè del passare innanzi
Dovessiti così spogliar la spene?
E quali agevolezze o quali avanzi350
Nella fronte degli altri si mostraro,
Perchè dovessi lor passeggiare e anzi?351
Dopo la tratta d'un sospiro amaro,
A pena ebbi la voce che rispose,
E le labbra a fatica la formaro.
Piangendo dissi: le presenti coseCol falso lor piacer volser miei passi,
Tosto che 'l vostro viso si nascose.
Ed ella: se tacessi o se negassiCiò che confessi, non fora men nota
La colpa tua: da tal giudice sassi.
Ma quando scoppia dalla propria gotaL'accusa del peccato, in nostra corte
Rinvolge se contra 'l taglio la ruota.
Tuttavia, perchè me' vergogna porteDel tuo errore, e perchè altra volta
Udendo le sirene sie più forte,
Pon giù 'l seme del piangere, ed ascolta;
Sì udirai come in contraria parteMuover doveati mia carne sepolta.
Mai non t'appresentò natura od artePiacer, quanto le belle membra in ch'io
Rinchiusa fui, che sono in terra sparte.
E se 'l sommo piacer sì ti fallioPer la mia morte, qual cosa mortale
Dovea poi trarre te nel suo disio?
Ben ti dovevi per lo primo straleDelle cose fallaci, levar suso
Diretro, a me, che non era più tale.
Non ti dovea gravar le penne in giusoAd aspettar più colpi, o pargoletta352
O altra vanità con sì breve uso.
Nuovo augelletto due o tre aspetta;
Ma dinanzi dagli occhi de' pennutiRete si spiega indarno, o si saetta.
Quale i fanciulli vergognando muti,
Con gli occhi a terra, stannosi ascoltando,
E sè riconoscendo e ripentuti,353
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