Intanto, il dissidio tra papa Bonifazio e Filippo il Bello diventò a poco a poco inimicizia. Esercitolla Bonifazio da pontefice, forse inopportuno imitatore di Gregorio VII; ma Filippo con agguati da masnadiero. Chè, mandato in Italia, sotto nome di negoziatore, Nogareto, un mal gentiluomo, e raccomandatolo per li danari in Firenze a messer Musciatto Franzesi, e per le armi ai Colonna nemici municipali del Papa, principalmente a Sciarra il più accanito fra essi; e raccolte tutte queste insidie a una terra di messer Musciatto, non lungi da Anagni, patria e allor dimora del Papa; addì 7 settembre del 1303, Nogareto vi sorprese il Papa, l'ingiuriò nella persona più o meno, e il tenne prigione tre dì, finchè fu liberato tumultuariamente da que' suoi concittadini, e dagli Orsini avversarii dei Colonna. Tornò quinci a Roma il Pontefice ingiuriato, e tanto più ferito in cuore, che s'era eretto a fortezza durante il pericolo; e benchè accolto con gran giubilo dal popolo di Roma, sia che fuor di suo senno sforzasse gli Orsini a tenerlo rinchiuso e nascosto, o che questi, non migliori dei Colonna, si valessero dell'occasione per pure tiranneggiarlo, certo è che dall'ira passata o dalla presente tratto fuor di senno, ne' primi giorni d'ottobre miseramente perì il magnanimo peccatore. Sdegnossene la Cristianità, e sdegnossene ma tremonne pur troppo l'Italia, confermata oramai nella servitù francese. E sdegnossene poi Dante, nemico di Bonifazio e d'ogni Papa capo di Guelfi, ma più nemico di Filippo e degli altri reali di Francia, capi de' Guelfi anche più esagerati.
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