»417 Nel medesimo giorno 9, o nel seguente, le due Parti interne si mostrarono armate per la città; e il dì 10, non senza sospetto contro la Parte di messer Corso, s'appiccò un grande incendio, che guastò mezza Firenze. Così finì quel malaugurato trattato. E così poi lo ricorda Dante nel X dell'Inferno, scritto non molto dopo con ancor calde impressioni, in quella vera scena drammatica tra Farinata degli Uberti, il gran Ghibellino della generazione anteriore, e lui Dante, di sangue guelfo. Dove avendo Dante detto de' proprii maggiori, dice Farinata:
. . . . . . . . fieramente furo avversiA me ed a' miei primi ed a mia parte;
Sì che per due fiate gli dispersi;
e Dante:
S'ei fur cacciati, ei tornâr d'ogni parte
. . . . . . . . . . . . e l'una e l'altra fiata;
Ma i vostri non appreser ben quell'arte;
e Farinata, dopo l'interruzione fatta da Cavalcante Cavalcanti:
S'elli han quell'arte, disse, male appresa,
Ciò mi tormenta più che questo letto.
Ma non cinquanta volte fia raccesaLa faccia della donna che qui regge,
Che tu saprai quanto quell'arte pesa.
Inf. X. 77-82.
Cinquanta mesi appunto corsero dal 7 aprile 1300 (data supposta della discesa di Dante all'Inferno, e così del colloquio riferito) fino agli 8 giugno 1304, data della rottura di questi negoziati dei Bianchi: onde vedesi con quanta esattezza ei dicesse, che dopo tal corso di tempo egli ebbe ad imparare quanto difficile sia quell'arte del ripatriare.418
Tornato il cardinale a Perugia al buon papa Benedetto XI, questi chiamò a sè, per render conto del mal operato, dodici de' maggiori caporali di parte Guelfa nera che reggevano Firenze, fra cui naturalmente i due principali, Corso Donati e Rosso della Tosa.
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