ì certo sono: ad altra vita migliore dopo questa passare, là dove quella gloriosa donna vive, della quale fu l'anima mia innamorata.»448
Il terzo Trattato espone la seconda Canzone in lode della donna, suo secondo amore, tramutata ora in filosofia; e mi sembra aver tutti i difetti e non le sparse bellezze del secondo. Ciò che v'è di più importante per la storia degli amori di Dante, già fu da noi desunto a suo luogo. Osservabilissimo è, poi, il quarto Trattato per una nuova cavillazione sovrapposta all'altre. «È da sapere, che Federigo di Soave,449 ultimo imperadore delli Romani (ultimo dico per rispetto al tempo presente, non ostante che Ridolfo e Adolfo e Alberto poi eletti sieno appresso la sua morte e de' suoi discendenti),450 domandato che fosse gentilezza?451 rispose, che era antica ricchezza e bei costumi. E dico che altri fu di più lieve sapere; chè, pensando e rivolgendo questa definizione in ogni parte, levò via l'ultima particola, cioè belli costumi, e tennesi alla prima, cioè all'antica ricchezza.»452 Su questo detto, Dante, cittadino grande ma guelfo, e fattosi popolano e partecipante al governo di Firenze guelfa e popolana, aveva fatta una Canzone, in cui, con buonissimi argomenti filosofici, benchè forse (come succede argomentando) co' peggiori versi ch'egli abbia mai scritti, ei confutava quella orgogliosa, imperiale e ghibellina opinione. Nè ora, commentandola, ei la rinnega; essendo uomo troppo nobile per virtù da voler ricredersi, ed attribuir la nobiltà vera alle ricchezze od al sangue.
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