Concepito prima il Poeta in un'ambascia d'amore, sviluppatosi in un sogno, e confermato da un voto d'amore, lasciato all'allontanarsi, e ripreso otto anni dopo in un ritorno ad amore; trenta e più anni dura in quella mente, in quel cuore così memore; e vi si trasforma, si rinforza e s'innalza sempre più, finchè, sciolto il voto, compiesi insieme l'opera e la vita del felice Poeta. Qui la storia è più elegante che ogni opera d'arte, più romanzesca che ogni romanzo; la verità, più ricca che niuna immaginazione, la quale non potrebbe mai fingere tal prova, tal frutto d'amore come è il divino Poema. Quindi certo, fra le tante guastature, appiccature e diminuzioni fatte a questo, niuna è che desti all'ira, e debba determinatamente scartarsi da chiunque lo voglia intendere e bearsene, come quel continuo, talor falso e quasi sempre esagerato far sottentrare a Beatrice vera e viva in cielo, or la teologia, or la filosofia, or l'Italia, e che so io? Di queste tre allegorie pretese, le due ultime sono false assolutamente; e la prima non fa che appressarsi alla vera, non potendo Dante sotto il nome di Beatrice che spazia per tutto il cielo, e di cui egli canta in tutto il Poema, aver velata la teologia, ch'egli colloca determinatamente e quasi confina al quinto cielo, e di che tratta espressamente ne' canti dal X al XIV del Paradiso. Se vogliamo legger Dante secondo la intenzione di lui, prima d'ogni senso allegorico noi dobbiamo intendere il litterale; e così ogni volta che troviamo Beatrice, intendere la Beatrice vera, la gentil fanciulla de' Portinari, la perduta donna di Dante.
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