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      Per me si va tra la perduta gente.
      Giustizia mosse 'l mio allo Fattore:
      Fecemi la divina potestate,
      La somma sapienza, e 'l primo amore.
      Dinanzi a me non fur cose createSe non eterne, ed io eterno duro;
      Lasciate ogni speranza, voi, che 'ntrate.
      Inf. III.
     
      «Queste parole di colore oscuro» legge Dante sulla porta d'inferno, ed entra poi con Virgilio. Ma non continueremo a dar qui un sunto della Cantica. Uno tale, bello quanto è possibile, fu dato già dal Ginguené. Ma già si sa, delle opere piene di bellezze non si può dare un sunto satisfacente; ed è noto quel detto d'Alfieri, quando volle far estratti delle bellezze della Commedia: «che a poco a poco ei la ricopiava tutta.» Il medesimo succederebbe a chi ne volesse estrarre tutte le notizie storiche, e le opinioni di Dante sovra esse: io mi vi son provato più volte, e me ne riusciva un intero commento. Deh quanto sarà fatta adeguatamente tal'opera?* Intanto, basti qui dar un cenno della distribuzione e dei principali personaggi dell'Inferno, con qualche speranza sì d'introdurre, ma non con quella stolta di supplire alla lettura di esso. E chi già abbia per sè intesa bene e ritenga a mente la Cantica, passi questo capitolo inutile per lui.
      È l'inferno tutto disposto sotterra, ma a cielo aperto,525 quasi pozzo ad imbuto, od anfiteatro; con nove ampii gradi o ripiani concentrici, discendenti e via via minuenti fino al centro del nostro globo, occupato da Belzebù. E nove scaglioni ascendenti vedremo poi nel purgatorio, nove cieli in paradiso.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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