E quivi, tutto si diede allo studio e della teologia e della filosofia; ritornando ancora in sè dell'altre scienze, ciò che forse per gli altri impedimenti avuti se n'era partito. E in ciò il tempo studiosamente spendendo, avvenne che ec.»568 Chiaro è qui; Dante riprese con nuovo ardore la vita studiosa, dirigendola alle opportunità delle due Cantiche restanti, nelle quali tante prove si trovano di tali studii. Ed altri particolari aggiunge il Boccaccio più giù. «Fu ancora questo poeta di maravigliosa capacità e di memoria fermissima e di perspicace intelletto; intanto che, essendo egli a Parigi e quivi sostenendo in una questione de quolibet che in una scuola di teologia si faceva, quattordici quistioni da diversi valentuomini e di diverse materie, cogli loro argomenti pro e contra fatti dagli opponenti, senza mettere tempo in mezzo raccolse, e ordinatamente come poste erano state, recitò quelle; poi quel medesimo ordine seguendo, sottilmente solvendo e rispondendo agli argomenti contrari: la qual cosa quasi miracolo da tutti i circustanti fu reputata.»569* Ancora dice altrove, che in Parigi «spessissime volte entrò nello studio, e sostenne conclusioni sopra tutte le scienze contra tutti che seco voleano disputare o fargli opposizioni.»570 E Benvenuto da Imola: «Avendo in gioventù vacato alla filosofia naturale e morale in Firenze, Bologna e Padova, in età più matura e già esule diedesi alla sacra Teologia in Parigi. Dove tanto splendore acquistò, che veniva dagli uni chiamato poeta, dagli altri filosofo, dagli altri teologo.
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