Ad ogni modo, Dante e Virgilio incontrano nel Purgatorio Sordello, il trovator mantovano; e Virgilio richiesto di sua patria, appena incomincia a dir Mantova, che Sordello, senza aspettar di saper meglio chi sia, l'abbraccia come concittadino. Ed allora prorompe egli Dante.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
Nave senza nocchiero in gran tempesta,
Non donna di province, ma bordello:
Quell'anima gentil fu così prestaSol per lo dolce suon della sua terra,
Di fare al cittadin suo quivi festa;
Ed ora in te non stanno senza guerraLi vivi tuoi; e l'un l'altro si rode
Di que' ch'un muro ed una fossa serra.
Cerca, misera, intorno dalle prodeLe tue marine, e poi ti guarda in seno
S'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perchè ti racconciasse il frenoGiustinïano, se la sella è vôta?
Sanz'esso fôra la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser divotaE lasciar seder Cesare in la sella,
Se ben intendi ciò che Dio ti nota!
Guarda com'esta fiera è fatta fella,
Per non esser corretta dagli sproni,
Poi che ponesti mano alla predella.
O Alberto Tedesco, ch'abbandoniCostei ch'è fatta indomita e selvaggia,578
E dovresti inforcar li suoi arcioni,
Giusto giudicio dalle stelle caggiaSovra il tuo sangue; e sia nuovo ed aperto,
Tal che il tuo successor temenza n'aggia:
Ch'avete tu e il tuo padre sofferto,
Per cupidigia di costà distretti,579
Che 'l giardin dello 'mperio sia diserto.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi,580 uom senza cura,
Color già tristi e costor con sospetti.
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
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