589 Allora fu forza sostare in Lombardia; e, perchè Milano era interdetta, celebrando in Pavia la Pasqua del 1311 a dì 11 aprile, disposesi il nuovo incoronato re d'andar contro alle città ribellate, Brescia principalmente. Ma allora fu un grande gridare di tutti i Ghibellini e fuorusciti toscani che l'aspettavano in questa provincia; e di pochi giorni dopo, addì 16, troviamo una nuova lettera di Dante, che lo dimostra già tornato in Toscana, dopo avere, dove che si fosse, salutato anch'esso il buon Imperadore, speranza ultima, quasi nuovo Messia, d'ogni fuoruscito.
CAPO DECIMO.
DANTE DI RITORNO IN PATRIA. FINE D'ARRIGO VII.
(Aprile 1311-agosto 1314).
Libertà van cercando ch'è sì cara,
Come sa chi per lei vita rifiuta.
Purg. I.
Il Boccaccio, dopo aver detto della dimora di Dante in Parigi, continua a narrare, che: «sentendo Arrigo della Magna partirsi, per soggiogarsi Italia alla sua maestà590 in parte ribella, e già con potentissimo braccio tenere Brescia assediata, avvisando lui per molte ragioni dover essere vincitore, prese speranza colla sua forza e colla sua giustizia di potere in Firenze tornare, comechè a lui la sentisse contraria. Perchè, ripassate le Alpi, con molti nemici de' Fiorentini e di lor parte congiuntosi, e con ambascerie e con lettere s'ingegnarono di trarre lo Imperadore dallo assedio di Brescia, acciocchè a Fiorenza il ponesse, siccome a principale membro de' suoi nimici; mostrandogli che superata quella, niuna fatica gli resta. o picciola, ad avere libera ed espedita la possessione e 'l dominio di tutta Italia.
| |
Lombardia Milano Pavia Pasqua Brescia Ghibellini Dante Toscana Imperadore Messia Boccaccio Dante Parigi Arrigo Magna Italia Brescia Firenze Alpi Fiorentini Imperadore Brescia Fiorenza Italia
|