Cittadino di città che pretendeva origine romana, pretendentevi egli, studioso di cose romane, si lasciò trarre anch'egli all'allettamento di que' gran nomi, di quelle grandi memorie: le quali, certo, si vogliono venerare, ma non mai tentar di risuscitare; chè, in qualunque modo si tenti, è stoltezza nociva. Di nuovo: i sogni sviano dalla realtà, e tanto più quanto più belli.
Il terzo libro tratta della dipendenza immediata da Dio, della monarchia universale o imperio romano, e della indipendenza di esso dal Papa. Incomincia l'autore a porre il principio, che Dio non volle ciò che ripugna all'intenzione della natura;634 dice poi, avere il Pontefice romano tre sorta d'avversarii: alcuni Greci per zelo, i partigiani della Chiesa (cioè i Guelfi) per cupidigia, i decretalisti.635 Poi viene a combattere gli argomenti contrarii alla sua proposizione, tratti da ciò, che Dio fece due luminari grandi, uno maggiore, l'altro minore;636 da ciò, che Levi fu primogenito di Giuda;637 dalla elevazione e deposizione di Saulle per Samuello;638 dall'incenso ed oro offerto dai re Magi;639 dalle parole di Cristo a Pietro, che sarà legato e sciolto in cielo quanto egli legherà e discioglierà in terra;640 dalle due spade presentate da Pietro a Nostro Signore;641 dalla donazione di Costantino al Papa;642 e dall'avvocatura della Chiesa e dell'Imperio conferita da Adriano papa a Carlomagno.643 Quindi passa alle prove positive, che l'Imperio esisteva prima della Chiesa;644 che la Chiesa non ha virtù d'autorizzare l'Imperio, nè da Dio, nè da sè, nè dagli uomini tutti, nè da' più potenti fra essi;645 e che tal virtù è contraria alla virtù della Chiesa.
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