E se 'l mondo laggiù ponesse menteAl fondamento che natura pone,
Seguendo lui, avria buona la gente.
Ma voi torcete alla religioneTal che fu nato a cingersi la spada,
E fate re di tal ch'è da sermone;
Onde la traccia vostra è fuor di strada.
Parad. VIII. 142-148.
Aveva allora Dante nella fortuna crescente di Uguccione miglior consolazione che non questa delle parole; ma quella gli durò poco. Chè tal passò, tra speranze e disinganni, tutta la vita di Dante; e tal passò agli esuli per lo più.
Uguccione, imbaldanzito dalle donazioni imperiali, dalle vittorie, dalle varie signorie, e più di tutto forse dall'armi straniere, il miglior appoggio di tirannia, tiranneggiava Pisa e Lucca. Al marzo 1316, invece di spignere Firenze e l'altre città guelfe, fece pigliare in Pisa Banduccio Buonconte, e Piero figliuolo di lui, uomini di senno e autorità, che gli contrastavano; ed apponendo loro di tener trattato col re Roberto, li fece subitamente decollare. Levossene contro a lui grande odio de' Pisani; a capo de' quali si posero Coscetto del Colle popolano, e il conte Gaddo di quei Gherardeschi tanto a noi noti come principali Guelfi Pisani. A Lucca parimente, in sul principio d'aprile, Ranieri della Faggiola, succeduto nella podesteria al fratello morto a Monte Catino, faceva prendere e condannare a morte Castruccio Castracani;682 con più giustizia forse, perchè Castruccio avea posto a ruba in Lunigiana certe castella di Spinetta Malaspina amico de' Faggiolani, ma con eguale imprudenza, essendo Castruccio de' principali di Lucca, e tanto più amato, che erano odiati i Faggiolani.
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