746 Ma Beatrice lo toglie da siffatte rimembranze terrene e dolorose, rivolgendolo a colui ch'ogni torto disgrava.747 Cosė ella sempre mirando al nuovo splendore, egli a lei, salgono alla sesta stella di Giove, dove trovano le anime de' grandi principi e reggitori di popoli, Giosuč, Carlomagno e molti altri; i quali co' loro splendori riuniti formano prima le lettere del versetto diligite iustitiam qui iudicatis terram, e poi la figura d'un'Aquila, che per lo suo rostro parla in nome di tutti, scioglie questioni teologiche, e accenna parecchie delle anime grandi onde ella si conforma.748 Strane immaginazioni, per vero dire, e non felici. La terza volta č, che torna Dante alla sua cara Aquila, dopo la moltiplice allegoria del fine del Purgatorio, e la storia narrata nel principio del Paradiso; e nelle tre volte, ritrovasi Dante meglio ispirato dall'ira contro a' Guelfi da lui tenuti per pessimi, che non dall'amore ai Ghibellini non tenuti per buoni. Quinci poi vola Dante con Beatrice all'ultimo pianeta di Saturno; dove sono San Pier Damiano, San Benedetto, e gli altri solitarii contemplatori.749
Tre cieli solamente restano quindi ad ascendere, ma i pių sublimi. Nč qui č pių niuna qualitā speciale di beati: cori sono di santi ed angeli, fra cui spazia pių che mai la immaginazione del poeta filosofo e cristiano. Nell'inferiore, ottavo fra tutti, delle stelle fisse, ei vede il trionfo di Cristo, seguito da Maria Vergine e da immensurato numero di spiriti celesti; e tal'immagine, pių semplice molto che le precedenti, č fonte qui di poesia veramente celestiale.
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