Allora ei le rivolge que' teneri preghi, che sono quasi compendio e frutto ultimo di tutto il Poema, anzi della propria vita:
O donna, in cui la mia speranza vige,
E che soffristi per la mia saluteIn Inferno lasciar le tue vestige!
Di tante cose, quante io ho vedute,
Dal tuo podere e dalla tua bontateRiconosco la grazia e la virtute.
Tu m'hai di servo tratto a libertatePer tulle quelle vie, per tutti i modi
Che di ciò fare avei la potestate.
La tua magnificenza in me custodi,
Sì che l'anima mia che fatta hai sana,
Piacente a te dal corpo si disnodi.
Così orai; e quella, sì lontanaCome parea, sorrise, e riguardommi;
Poi si tornò all'eterna fontana.
Parad. XXXI. 64-93.
Ma non è l'ultima volta ch'ei nomina Beatrice. Ella doveva esser ritrovata nell'ultimo Canto del Poema a lei votivo. Vedemmo fin da principio, alla morte di Beatrice, un dolcissimo cenno della divozione di lei a Maria Vergine. E Dante aveva per sè, o presa da lei tal divozione. Ricordisi Beatrice mandata da Maria Vergine in aiuto a Dante; e ricordinsi i luoghi ove sono accennate le invocazioni delle partorienti a Maria. Nè sono questi i soli del Poema ove torni menzione di lei: trentotto se ne contano, e non son tutti.755 San Bernardo, poi, fu, come ognun sa, specialmente divoto di Maria Vergine, ed estenditore del soave culto di lei nel secolo precedente. Quindi egli è, che si fa qui non più guida (imperciocchè Dante non sale oramai più su), ma dimostratore delle glorie di Maria Vergine, circondata, in forma di rosa, dai santi e dagli angeli più sublimi; egli, San Bernardo, che fa per Dante questa ultima orazione:
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