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      Se questi ebbe speranze, furono indeterminate; o i due ultimi rifugi guelfi di Dante, scevri d'ogni interesse di ripatriamento, non furono se non l'effetto e della cortesia, superiore allo spirito di parte, de' due rifugiatori, e della moderazione del rifugiato quando trovava cortesia. E così, non avendo potuto patire il rifugio ghibellino ma scortese presso allo Scaligero, sopportò in pace, se non in felicità, quelli guelfi ma cortesi presso al Torriano e al Polentano. Del resto, si sa che le corti sono ad ognuno ciò che è il principe. E Dante, che era sopra ogni cosa uomo seguente le impressioni, e che disse di sé
      Io che, di mia natura,
      Tramutabile son per tutte guise;
      Parad. v. 98-99.
      Dante, stanco, forse, oramai e, certo, vecchio e più che mai cristiano, moderò probabilmente l'ire sue, e quel litigar guelfo di che l'accusa il Boccaccio; ovvero, se non si moderò egli, fu tollerato come uomo grande da que' due principi, e come uomo in favore da' cortigiani.
      Il soggiorno di Dante in Ravenna fu da lui ordinato a durevole dimora. Vennevi Pietro di Verona, chiamatovi forse a giudice;767 e, come abitatore stanziato nella contrada di Santa Maria in Zenzanigola e di Santo Stefano in muro, trovasi richiesto addì 5 gennaio 1321 di dare il vitto all'arcivescovo di Bologna, che visitava la chiesa vacante di Ravenna.768 Vennevi pur Jacopo, secondo figliuolo di Dante, se è a credere, come debbesi, al Boccaccio nella parte non favolosa del ritrovamento, che vedremo, de' XIII ultimi Canti della Commedia.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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