786 Finalmente, aggiungono altri di questa ambasceria, che non avendovi Dante ottenuto ciò che desiderava pel suo signore, egli tornando, del dispiacere infermò e morì.787 Parrà difficile a credersi d'un uomo provato da tante sventure: tuttavia, è varia non solamente tra gli uomini diversi, ma nello stesso uomo nei diversi tempi la forza del resistere; e chi resse a sventure maggiori, può, estenuato da esse, succombere ad una minima.
Ad ogni modo, tornato da quella ambasceria, «poiché la sua ora venne segnata a ciascheduno, essendo egli già nel mezzo, o presso, del cinquantesimosesto suo anno, infermato e, secondo la religione cristiana, ogni ecclesiastico sacramento umilemente e con divozione ricevuto; e a Dio, per contrizione di ogni cosa commessa da lui contro al volere suo, siccome da uomo, riconciliatosi; del mese di settembre, negli anni di Cristo 1321 (nel dì che la esaltazione della santa Croce si celebra dalla Chiesa, 14, settembre), non senza grandissimo dolore del sopra detto Guido, e generalmente di tutti i cittadini ravegnani, al suo Creatore rendè il faticato spirito. Il quale, niuno dubbio è che ricevuto non fusse nelle braccia della sua nobilissima Beatrice, colla quale nel cospetto di Colui ch'è sommo bene, lasciate le miserie della presente vita, ora lietissimamente vive in quella felicità, a cui fine giammai non si aspetta.»788 Gli scrittori francescani aggiungono, che Dante si era ascritto in Ravenna a' terziarii del loro Ordine, e morì in loro abito, e perciò fu seppellito appresso a loro.
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