Ad ogni modo, docili noi all'ultima sentenza di Dante, la storia che imprendiamo della gloria di lui non sarà se non quella dell'utile prodotto, dell'attività promossa da lui. Questo solo è lascito reale de' grandi.
Non farà quindi meraviglia, che noi passiamo i funerali celebratigli da Guido di Polenta; il sermone pronunziato tornando alla casa di lui;790 le poesie ed iscrizioni scrittegli in morte, che credo sieno la prima di quelle raccolte tante prodigate poi;791 il sepolcro di Ravenna, ideato ma non potuto eseguire da Guido da Polenta, innalzato poi, nel 1483, da Bernardo padre del cardinal Bembo e priore là per la repubblica di Venezia, e restaurata nel 1692 e 1780 dai cardinali Corsi e Valenti-Gonzaga legati del papa in quella città;792 i monumenti erettigli in varii luoghi, e quel di Roma fattogli da Canova nel 1813,793 e quel di Firenze decretato la prima volta nel 1396, ed effettuato nel. 1829;794 e finalmente le medaglie battutegli.795 Tutta questa è la parte materiale della gloria di Dante; della quale pure vediamo così il crescere fino ai nostri dì.
E lasciamo, quantunque più proprie di Dante stesso, le opere d'arte ispirate da lui a Giotto, all'Orcagna, a Masaccio, al suo simile, e quasi fratello Michelangelo Buonarotti, che fece ad ogni Canto della Commedia certi disegni, perduti poi purtroppo in un naufragio; e quelli che furono fatti in Italia e fuori, da Federigo Zuccari, da Flaxman, o da Pinelli e molti altri.796 Niun poeta o scrittore umano, tranne forse Omero fra gli antichi, fece tanto dipingere e scolpire, e così produr tanti tesori anche materiali come Dante: sia detto per coloro che non istimano se non la produzione della materia, e chiamano non produttori gl'ingegni.
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