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      Allora, le lettere da noi educate, si sparsero presso a tutte le genti venute in armi a cercarle; e cosė il 1500 fu per Dante un secolo di gloria crescente e diffondentesi. Quaranta edizioni troviamo in esso della divina Commedia;818 nuovi e varii commenti, ed esami di testi del Manetti, del Sansovino, del Vellutello. del Daniello, del Dolce e dell'Accademia della Crusca, di cui fu questo uno de' primi e principali lavori. Aggiugni non poche di queste edizioni fatte fuori d'Italia, e parecchie traduzioni. A servigio, poi, di coloro che, rettamente o no, tengon pių conto dell'opinione di pochi grandi, che non di molto popolo, č da notare che gli uomini maggiori di questo secolo furono specialmente studiosi di Dante. Certo, Machiavello non poteva essere nč un imitatore nč un commentatore e nemmeno un biografo. Ma, fosse incontro di opinioni, similitudine d'animo o checchessia, certo nelle idee sull'Italia niuno scrittore mai fu pių seguace o conforme a Dante. Cessato il nome, non l'essenza della parte ghibellina (che mai non cesserā fin che non cessin le cause), ghibellino puō dirsi essenzialmente Machiavello, nemico de' Papi quanto Dante, meno amico alla religione, ed invaghito del bel sogno d'una universal monarchia italiana, non pių sotto l'Imperadore, ma sotto qual siasi principe o tiranno che sappia farsela. E fu grande sventura certamente questo ghibellinismo di tali due; che col credito loro sviarono le opinioni, le speranze e quindi gli sforzi italiani. Nč dicasi questa irreverenza ad essi; chč č pių ossequio seguire i modi, che non le opinioni de' grandi; ed č modo dantesco dir veritā quantunque ingrate.


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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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