Dell'Ariosto, scrittore lontano da ogni opinione politica, non si possono osservare se non imitazioni poetiche: elle mi paiono molte, ma lasciole ai filologi. Del Tasso non si direbbe che imitasse molto da Dante; e tuttavia, abbiam le prove del lungo e minuto studio fattone, nelle numerose postille da lui poste al Convito;* onde trasse forse, anche troppo, la sua ricerca d'allegorie.819 Fra tutti i grandi, poi, del secolo XVI, niuno, già il notammo, fu così conforme d'animo e studioso di Dante, come Michelangelo. Nè abbiamo a troppo desiderare i disegni perduti della Commedia. Tutte le opere di lui sono Dantesche; la Cappella Sistina massimamente; e in questa il Giudicio, dove il terribil pittore introduceva non che Caronte e sua barca, ma i proprii nemici anch'egli fra' dannati. E chi tenga conto de' tempi mutati, troverà la vita stessa di Michelangelo, aver somiglianze grandi con quella di Dante.
Ma uno de' fatti più evidenti e più curiosi che si possano osservare nella storia letteraria d'Italia, è questo senza dubbio: che, caduta essa, nel seicento, per progresso delle male condizioni dei due secoli antecedenti, nell'abisso dell'avvilimento e della servitù (imperciocchè erano servi nel fatto anche gli stati liberi di nome), ed in quello della pubblica e della privata immoralità, senza quasi altra politica che d'inganni, od armi che di sgherri, od attività che di violenze, e del resto in ozio, in turpi, effeminati amori; e cadute pur le lettere in simili tristezze e nullità; è notabile, dico, che cessò insieme e del tutto il culto e lo studio di Dante.
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