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      Pag. 97. – Altri commentatori e biografi v'aggiunsero altri viaggi ec.
      Veramente, questo affare de' viaggi di Dante è cosa assai intricata, e v'ha financo chi prima dell'esilio il fa viaggiare a Parigi e ad Oxford; ed è Giovanni da Serravalle vescovo di Fermo, nel suo inedito Commento a Dante. Facciam però voti per la pubblicazione di quella carta geografica de' viaggi danteschi promessaci dal Troya. Intanto, vedasi nel Tiraboschi il § IV del cap. II del lib. III, del Sec. XIV.
      Pag. 98. – Si fa poi da taluni una grave disputa se Dante sapesse o no di greco.
      Vedi nell'Arrivabene le due rubriche Dante medico (pag. 720), e Se Dante si conoscesse di greco (pag. 728). Aggiungerò che, scrivendo il Tiraboschi essere stato Monsignor Gradenigo uno dei sostenitori dell'opinione che Dante sapesse il greco, ma poi essersi il medesimo ritrattato per la testimonianza di Giannozzo Manetti, è da notare che, nell'edizione ch'io cito del Manetti non si trovano quelle parole che leggonsi in quella procurata dal Mehus: Graecarum litterarum cognitione Dantes omnino caruit. Infatti, mi pare assai strano che un biografo si arresti a noverare quelle cose che non seppe l'uomo di cui si scrive la vita.
      Pag. 99. – Con tutto che di grandissima ricchezza non fosse ec.
      Queste parole di Lionardo Aretino sono, in certo modo, contrarie a quelle del Boccaccio recate dal Balbo a pag. 190 e segg. di questa Vita, ed all'aneddoto ivi raccontato, ch'è pur narrato dal Manetti. Nè il nostro autore trascurò di avvertirlo.
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Vita di Dante
di Cesare Balbo
pagine 525

   





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