Per quanto io m'abbia esaminato il luogo della epistola di Dante riportato da Leonardo, non so come drittamente cavarne la conseguenza che ne trae il Balbo, che non fosse questo il primo fatto d'arme in che si trovasse. L'Arrivabene (pag. 611 e segg.) asserisce che Dante fu tra i soldati a cavallo comandati da messer Barone de' mangiadori di San Miniato, che incontrò i nemici appiè del monte Poppi e combattè nella prima schiera: aggiugne, poi la testimonianza di Scipione Ammirato nel lib. III delle Storie Fiorentine, colla quale altro non si prova se non che la presenza di Dante in quella battaglia. – Vedi pure Giovanni Villani, lib. 7, cap. 130 – Anche il Manetti, prima di Leonardo Aretino, aveva detto che Dante a Campaldino non ricusò «pugnare in prima acie.... quemadmodum ipse in epistola quadam diligenter describit, ejus prelii formam accurate demonstrans.»
Pag. 116. – Bernardino da Polenta.
Anche l'Arrivabene, a pag. 613, ne fa menzione, e il dice capitano di molti Pistojesi.
Pag. 124. – Un spirito soave pien d'Amore.
Leggi Uno Spirito – Ci si permetta a questo punto far voti perchè presto venga a luce l'edizione della Vita Nova dal Torri annunziata nel Giornale de' Letterati di Pisa.
Pag. 126. – E stretti di cuore e di spirito ec.
Ottimamente, egregio Cesare Balbo. E se tu fossi fra noi, e leggessi le recenti illustrazioni da uno di cotali barbari fatte alla Vita di Dante scritta dal Boccaccio, che sì che a quello stretti di core e di spirito, aggiungeresti qualche altra dose non certo sì omiopatica.
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