Quindi, dice il Viviani, è chiaro che il trascrittore di quei versi, trovando i primi Canti non corrispondere al volgare, per le mutazioni fattevi dal Poeta, si avvisò di cominciare a trascrivere il latino solamente là dove trovò una perfetta corrispondenza al volgare. Ed io aggiungo, che se fossero stati quei versi traduzione di alcuno di que' tempi, non v'era ragion probabile perchè il trascrittore avesse voluto lasciare indietro i primi tre Canti e 12 versi del quarto. Ma, ad ogni modo, bisognerebbe esaminare il codice e vedere se per avventura non fosse mancante in principio, e se nel VI Canto vi sia la predizione di Ciacco.
Pag. 196. – Dove è da notare.... quella confessione dell'errore d'imprudenza ec.
Vedi Arrivab., pag. 628 e seg. L'errore dell'Aretino di aver posto Palmieri degli Altoviti per compagno del priorato di Dante (errore implicitamente corretto dall'Arrivabene), nacque per avventura dal vederlo con lui condannato nella prima condanna del 27 gennajo. L'altro priore che pone il medesimo Aretino, Neri di messer Jacopo degli Alberti (e non degli Abbati), potè di leggieri esser posto in iscambio per Neri di messer Jacopo del Giudice.
Pag. 208. – al principio di quest'anno 1301, si adunarono.... per chiamar fin d'allora Carlo di Valois.
Il Manetti e Lionardo Aretino pongono la congiura di Santa Trinita sotto il priorato di Dante. Da ciò mi nasce dubbio che a stento m'induco a manifestare, non forse Dante avesse di nuovo occupato il priorato in compagnia di Palmieri Altoviti da mezzo aprile a mezzo giugno del 1301. Mi si dirà che vi si oppone il priorista dello Stefani.
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