71 dell'Antologia. Nuove prove di ciò aggiunse il chiarissimo signor Troya in quell'articolo sul Veltro allegorico de' Ghibellini, inserito nel vol. II, pag. 258 del Progresso, dove veramente si mostrò eruditissimo scrittore. Egli cita due lettere di Clemente V a Filippo il Bello nel febbrajo del 1307 (apud Balut., Vitae Paparum Avenionensium, II, 90 ad 93), in cui si scusa quel pontefice di non potere, a causa della lunga malattia patita, oltrepassare Pottieri; dove giunto, vi giacque infermo quasi per un anno, dal maggio 1307 al 1308. Or dunque Bonifazio sedette dal 1294 al 1303, e Clemente dal 1305 al 1314: non fu quindi il papato di Bonifazio più lungo di quello di Clemente (come dice il Balbo nella nota 4); nè Dante volle dir questo, ma disse solo che dacchè, Niccolò III era caduto lì (1280) fino al 1300 (epoca della divisione), eran passati più anni di quelli che passeranno dalla morte di Bonifazio (1303) a quella di Clemente, creduta prossima nel 1308, e realmente poi avvenuta nel 1314. Anche il Tommaseo errò qui, contando il primo tempo dalla morte di Niccolò a quella di Bonifazio, quando il Poeta fa dire a Niccolò chiaramente nel 1300 (cioè tre anni prima della morte di Bonifazio):
Ma più è il tempo già che i piè mi cossi,
E ch'io son stato così sottosopra ec.
Ed errò pure contando venti anni dalla morte di Niccolò a quella di Bonifazio, quando furono ventitrè.
Pag. 304. – L'anime triste di coloro ec.
Secondo alcuni, sembra che Dante faccia differenza tra coloro che visser senza infamia e senza lodo, e la setta de' cattivi a Dio spiacenti ed a' nemici sui, fra i quali mette colui che fece.
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