327 e seg. (Ven. Pasquali); e il recente libro De' poeti laureati di Vincenzo Lancetti: e fra questi poeti laureati avrebbe voluto la Rivista Europea che si fosse rammemorato l'Ariosto.
Pag. 561. – v'è... in quel piacque per piacquero grande abuso ec. (in nota.)
Nell'VIII dell'Inferno disse pur Dante:
Le mura mi parean che ferro fosse.
Pag. 569. – quando a Iacopo... apparve una mirabil visione.
Il ritrovamento degli ultimi Canti postumi del Paradiso è pur narrato dal Manetti, che si fa beffe di quella visione.
Pag. 572. – Vedi sui codici antichi ec. (in nota.)
Il Viviani, nel Dante Bartoliniano, di parecchi codici diè contezza. Tre se ne conservano nella nostra Biblioteca Borbonica; uno dei quali appartenuto al Cotugno, si annunzia col commento di Francesco da Buti.
Pag. 573. – tutti fuggono dalla fatica.... di far un elenco ragionato dei commenti antichi. (in nota.)
Intorno a' commenti, a malgrado quello che dice il Balbo, sarebbe desiderabile che tutti imitassero l'esempio del Torri e dell'avvocato Giuseppe Zaccheroni, il primo de' quali pubblicò il commento dell'Ottimo, il secondo quello di Guiniforte delli Bargigi, che non si estende oltre l'Inferno. E fra i postillatori, sarebbe certo importante scoperta se si giungessero a trovare le postille di Frate Ilario del Corvo. Preziose notizie ci dà il Tiraboschi intorno ai commenti di Dante, ed a coloro che in varii tempi furono eletti a leggere pubblicamente la Divina Commedia. Lo stesso scrittore ci fa sapere che Guido da Polenta eresse in fatti il sepolcro al nostro Poeta, come dicono il Boccaccio e il Manetti, e che Bernardo Bembo non fece che restaurarlo ed abbellirlo.
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