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      Egli avrebbe potuto chiedere la croce della Legion d'onore: e l'ottenne nel 1806. Aveva allora 57 anni e sua moglie circa 36: una figlia unica, frutto dei loro legittimi amori, aveva l'età di sedici anni. Il sig. Grandet, che la Provvidenza volle senza dubbio consolare della sua disgrazia amministrativa, ereditò successivamente durante quest'anno dalla signora La Gaudinière, nata La Bertellière, madre della signora Grandet: poi dal vecchio sig. La Bertellière, padre della defunta, e infine da madama Gentillet, sua ava materna: tre successioni la cui importanza rimase nascosta a tutti.
      L'avarizia di quei tre vecchi era cosí sordida, cosí appassionata, che da lungo tempo essi nascondevano il loro denaro per poterlo contemplare in segreto. Il vecchio signor La Bertellière chiamava prodigalità l'impiego del denaro, e provava piú acre soddisfazione nel contemplare l'oro che nei benefizi dell'usura: di modo che gli abitanti di Saumur supposero che quei denari fossero le economie delle rendite dei terreni.
      Il signor Grandet ottenne allora il nuovo titolo di nobiltà che la nostra mania di eguaglianza non cancellerà mai, e divenne il maggior contribuente del circondario. Egli possedeva cento iugeri di vigne che nelle annate abbondanti gli rendevano dai sette agli ottocento fusti di vino: aveva inoltre tredici masserie, una vecchia abbazia, dove, per economia, aveva murato le finestre, le ogive, le vetrate, il che le conservò lungo tempo: e infine era padrone di centoventisette iugeri di praterie dove crescevano e s'ingrossavano tremila pioppi piantati nel 1793. La casa ove abitava era di sua proprietà. Questa a un dipresso era la sua fortuna visibile.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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