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      Altri replicavano che i des Grassins erano nobili ricchissimi, che Adolfo era un gentil cavaliere, e che, a meno di aver un nipote di papa nella manica, nulla di piú avrebbe potuto desiderare un uomo venuto su dal nulla e che tutta Saumur aveva visto con la pialla e sopratutto con il berretto rosso. I piú sensati facevano osservare che il signor Cruchot de Bonfons aveva l'ingresso a tutte le ore in casa Grandet, mentre il rivale non era ricevuto che la domenica. Questi sostenevano che la signora des Grassins, piú legata con le donne di casa Grandet che le Cruchot, poteva loro inculcare certe idee che presto o tardi l'avrebbero fatta vincere. Quelli ribattevano che l'abate Cruchot era l'uomo piú insinuante del mondo e che fra donna e prete la partita è sempre uguale.
      - Sono gomito a gomito - diceva un bello spirito di Saumur. I vecchi del paese, piú informati, concludevano che i Grandet erano troppo saggi per far uscire i beni dalla famiglia e quindi la signorina Eugenia di Saumur sarebbe stata sposata al figlio del signor Grandet di Parigi, ricco mercante di vino all'ingrosso. A ciò i crusciottiani e i grassinisti, chiamiamoli cosí, rispondevano:
      - Anzitutto i due fratelli non si sono visti piú di due volte in trenta anni. In secondo luogo il signor Grandet di Parigi ha grandi pretese per suo figlio: egli è sindaco di un circondario, deputato, colonnello della guardia nazionale, giudice al Tribunale di commercio, e non calcola i Grandet di Saumur ma ambisce a qualche famiglia ducale per grazia di Napoleone.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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