Pagina (25/215)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quello che offriva il presidente era stretto da un nastro di seta bianco a frange d'oro. Il signor Grandet secondo le abitudini dei giorni festosi di Eugenia, era venuto a sorprenderla mentre era ancora a letto e le aveva offerto il suo paterno regalo, che da tredici anni consisteva in una bella moneta d'oro. La madre le donava ordinariamente una veste d'inverno o d'estate, e quei due abiti e le monete, che Eugenia riuniva al primo dell'anno ed alla festa del padre, formavano per lei una piccola rendita di circa cento scudi, che Grandet si compiaceva di veder crescere. Era infatti come far passare il suo denaro da una cassa all'altra e, per cosí dire, infondere il sentimento dell'avarizia nella sua erede, cui chiedeva conto talvolta del piccolo tesoro, già aumentato dai Bertellière, dicendole:
      - Sarà il tuo regalo di nozze. -
      L'uso del regalo, douzain, è molto antico e si conserva tuttora come sacra cosa in alcuni paesi del centro della Francia. Nel Berry, nell'Angiò, quando una fanciulla si marita, la famiglia sua o quella dello sposo deve darle una borsa che, secondo la ricchezza, contiene dodici monete, oppure dodici dozzine, o dodici centinaia di monete d'argento o d'oro. La piú povera villanella non si mariterebbe senza il suo douzain, quand'anche solo consistesse in soldoni. Si parla ancora a Issoudun di un douzain offerto a una ricca ereditiera e composto di centoquarantaquattro portoghesi d'oro. Papa Clemente VII, zio di Caterina de' Medici, maritandola con Enrico II, le donò una dozzina di medaglie d'oro antiche, di grandissimo valore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





Grandet Eugenia Eugenia Grandet Bertellière Francia Berry Angiò Issoudun Clemente VII Caterina Medici Enrico II