Pagina (28/215)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quando Grandet tirava fuori il pezzo da cento soldi stabilito per le piccole spese di filo, aghi e abbigliamento della figlia, non mancava mai, dopo aver riabbottonato la tasca, di chiedere alla moglie:
      - E tu non vuoi nulla?
      - Amico mio, - rispondeva la signora con un sentimento di dignità materna, - vedremo.
      Sublimità sprecata; Grandet aveva la ferma convinzione di essere piú che generoso verso la moglie. Se dei filosofi si trovassero a contatto con donne come Nannina, come la signora Grandet, come Eugenia, non avrebbero forse il diritto di asserire che l'ironia è l'elemento essenziale nel carattere della Provvidenza?
      Alla fine di quel pranzo, in cui per la prima volta si parlò delle nozze della fanciulla, la domestica salí a prendere una bottiglia di ribes nero in camera di Grandet e poco mancò che nel discendere non rotolasse giú dalla scala.
      - Bestia - le gridò il padrone - neanche tu sei capace di tenerti in piedi?
      - Ma... signore, è quel gradino che non regge.
      - Ha ragione - osservò la signora Grandet - avresti dovuto farlo accomodare da un pezzo; ieri Eugenia fu lí per storpiarsi un piede.
      - Prendi - disse il bottaio alla fantesca vedendola bianca dalla paura; - giacché ricorre il natalizio di Eugenia, e tu hai corso rischio di rotolar giú, bevi un bicchierino di ribes.
      - L'ho ben guadagnato! Un'altra non si sarebbe tanto curata della bottiglia, ma io avrei preferito di fracassarmi il gomito, anziché lasciarla rompere...
      - Questa povera Nannina! - disse Grandet nel versarle il liquore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





Grandet Grandet Nannina Grandet Eugenia Provvidenza Grandet Grandet Eugenia Eugenia Nannina Grandet