Questi intanto contemplava con aria di serietà le piume rosee e l'abbigliamento elegante della signora Grassins, la testa marziale del banchiere e quella di Adolfo, il presidente, l'abate, il notaio e diceva tra sé:
- Son tutti qui per i miei scudi... vengono ad annoiarsi per mia figlia... ma non sarà di nessuno di loro, ed essi mi serviranno di amo per pescare. -
Quella gaiezza familiare nella vecchia sala grigia e mal rischiarata da due candele, quelle risa miste al rumore del filatoio della grossa Nannina e sincere solo sulle labbra di Eugenia e di sua madre, quella meschinità unita a interessi tanto gravi, quella ragazza, che pari agli uccelli vittime dell'alto prezzo cui li mettono a loro insaputa, si vedeva attorniata e stretta da proteste di amicizia tendenti ad ingannarla, tutto contribuiva a rendere la scena di una triste comicità. E non era poi in fondo la piú semplice espressione della vita di ogni giorno? La figura di Grandet, che sfruttava la falsa amicizia di quelle due famiglie e ne traeva profìtti enormi, dominava il dramma e lo rischiarava. Era come il Dio moderno, il Dio cui soltanto si crede, l'oro, espresso in tutta la sua potenza da una fisonomia sola. I dolci sentimenti avevano un posto molto secondario, ed animavano tre cuori ancor puri, quello di Nannina, di Eugenia e di sua madre: e quanta ignoranza anche nella loro ingenuità! poiché erano ignote a queste le ricchezze di Grandet, e stimavano le cose del mondo alla luce delle loro pallide idee, non desiderando né disprezzando il denaro, per l'abitudine di non sentirne il bisogno.
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