Pagina (37/215)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - No, è un viaggiatore.
      - Allora non può venire che da Parigi.
      - Difatti - disse il notaio traendo il suo vecchio orologio che somigliava ad un vascello olandese - difatti son le nove. Perbacco! la diligenza dell'Ufficio centrale non è mai in ritardo. - E questo signore è giovane? - domandò l'abate Cruchot.
      - Sí - rispose des Grassins - e ha con sé bagagli che peseranno almeno tre quintali.
      - E Nannina non torna... - osservò Eugenia.
      - Non può essere altri che qualche vostro parente - disse il presidente.
      - Avanti le poste, signori, - interruppe la signora Grandet. - Mi è parso dal tono della sua voce, che mio marito non sia troppo lieto del caso, e forse potrà anche dispiacergli questo parlare che facciamo dei suoi affari.
      - Signorina, - disse Adolfo alla sua vicina - è senza dubbio vostro cugino Grandet, un bel giovane che ho visto al ballo del signor di Nucingen. -
      Ma non poté continuare perché la madre gli pestò un piede e, chiedendogli due soldi per la sua posta, aggiunse sottovoce:
      - Vuoi star zitto, scemo? -
      In quel momento Grandet ricomparve senza Nannina, i cui passi risuonavano su per la scala insieme con quelli del facchino. Lo seguiva il viaggiatore, il quale da pochi minuti eccitava tanta curiosità e preoccupava cosí vivamente l'immaginazione della compagnia; il suo arrivo in quella casa ed in mezzo a quel circolo poteva esser paragonato al cadere di una lumaca in un alveare o all'ingresso d'un pavone in qualche oscuro cortiletto di villaggio.
      - Sedetevi accanto al fuoco - gli disse Grandet.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





Parigi Ufficio Cruchot Grassins Nannina Eugenia Grandet Adolfo Grandet Nucingen Grandet Nannina Grandet