- Guardate un po' come sono a Parigi! -
D'altra parte ognuno poteva osservar Carlo a suo bell'agio, senza timore di far dispiacere al padron di casa; giacché questo era assorto nella lettura del lungo foglio che aveva davanti, dopo preso l'unico lume che era sul tavolino, dimenticando gli ospiti e i loro divertimenti. Eugenia alla quale un tipo cosí perfetto, tanto nell'abito che nella persona, era affatto ignoto, credette di veder nel cugino una creatura scesa in terra da qualche regione serafica. Con vera delizia ella aspirava i profumi esalanti da quella splendida capigliatura inanellata con tanta grazia; dentro di sé provava una voglia acuta di toccare la pelle bianca di quei guanti sottili, e un senso d'invidia per le mani piccole di Carlo, pel suo colorito e la freschezza delicata dei lineamenti. Se l'immagine può riassumere l'impressione del giovane elegante su la fanciulla ingenua, sempre intenta a rammendar calze o a metter in ordine la biancheria di casa, su la fanciulla che aveva vissuto fino allora fra quelle sporche pareti divertendosi a veder qualche raro individuo che attraversava la via silenziosa, questa è che la comparsa del cugino le destò in cuore quel sentimento di fine voluttà spirante dalle fantastiche figure di donna disegnate da Westall nelle strenne inglesi ed incise dai Finden con tale abilità, che s'ha quasi paura, soffiando sul foglio di carta velina, di far sfumare le celesti apparizioni. Carlo trasse di tasca un fazzoletto ricamato dalla gran dama che viaggiava in Iscozia, ed Eugenia, nel volger l'occhio a quel grazioso lavoro eseguito con tanto amore durante il tempo che per l'amore era perduto, guardò il cugino quasi chiedendogli se proprio se ne sarebbe servito.
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