Pagina (92/215)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Saliamo a confortarlo, mamma, presto... Se bussano scenderemo. -
      La signora Grandet non seppe resistere al fascino della voce di sua figlia, divenuta sublime in quel momento perché schiettamente donna; e tutt'e due, col cuore palpitante, giunsero all'uscio aperto della stanza di Carlo, che, nelle lacrime, non vedeva né udiva, emettendo solo gemiti inarticolati.
      - Quanto vuol bene a suo padre! - disse la fanciulla sottovoce.
      Nell'accento di quelle parole fremeva indubbiamente la speranza di un cuore appassionato, ed anche la signora Grandet rivolse alla figliola un dolce sguardo materno, e le sussurrò nell'orecchio:
      - Bada di non innamorartene.
      - Amarlo! - riprese Eugenia. - Ah, se sapessi che m'ha detto il babbo! -
      Carlo alzò la testa e scorse la zia e la cugina.
      - Ho perduto il padre, il mio povero padre! Ah, s'egli mi avesse parlato della sua disgrazia ci saremmo adoperati tutti e due per mettervi riparo! ... Dio mio! il babbo! Ero tanto sicuro di rivederlo, che mi pare di averlo abbracciato con freddezza, partendo. -
      I singhiozzi lo interruppero.
      - Noi pregheremo sempre per lui - disse la signora Grandet; - rassegnatevi alla volontà del Signore.
      - Cugino, - aggiunse Eugenia - abbiate coraggio, e, poiché la perdita è irreparabile, pensate a salvare il vostro onore...
      Con l'istinto e la finezza della donna che ha spirito in ogni cosa, anche quando conforta, la fanciulla cercava di distrarlo dal dolore occupandolo di se stesso.
      - Il mio onore!... - gridò il giovane buttandosi indietro i capelli con un movimento brusco; e sedé sul letto con le braccia incrociate.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





Grandet Carlo Grandet Eugenia Grandet Eugenia Dio