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      - Moglie mia - narrò senza balbettare - li ho presi tutti nel lacciuolo; ho venduto il vino! Gli Olandesi e i Belgi eran in procinto di partire stamane, e io sono andato a far quattro passi in piazza, proprio davanti all'albergo dove alloggiavano, sempre con aria d'indifferenza. Coso.., sí..., quel tale che tu conosci, è venuto. I proprietari di buone vigne hanno deciso di aspettare ancora per vendere, ed io mi son guardato bene dal dissuaderli. Il nostro Belga era alle strette... me ne sono accorto e... là subito affar fatto. Egli prende il mio raccolto a duecento franchi la botte, e paga la metà a contanti, in oro. Il contratto è conchiuso ed ecco sei luigi per te... Fra tre mesi i vini andranno molto giú di prezzo. -
      Quest'ultima frase fu pronunziata con tono tranquillo, ma con sí profonda ironia, che, se gli abitanti di Saumur, raccolti allora in piazza e stupefatti per la vendita combinata da Grandet, l'avessero udita, sarebbero stati colti da un fremito per le vene, e il timor panico avrebbe subito invaso il ceto commerciale facendo ribassare i vini del cinquanta per cento.
      - Voi avete mille botti quest'anno, babbo!
      - Sí, bimba mia. -
      Era questa la piú alta espressione di gioia del vecchio bottaio.
      - Il che vuol dire duecentomila pezzi da venti soldi.
      - Appunto, signorina Grandet.
      - Ebbene, babbo, allora non vi sarà difficile soccorrere Carlo. -
      La meraviglia, la collera, lo stupore di Baldassarre quando vide apparire il Man-Techel-Fares possono considerarsi un nonnulla di fronte al freddo corruccio del vecchio che, mentre non pensava piú al nipote, s'accorgeva subito come questi avesse preso largo posto nel cuore e nei calcoli della figliuola.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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