- Oh, perbacco! Da che questo damerino ha messo piede qui in casa, tutto va sossopra. Voi vi date l'aria di ricconi, e sembra che vi troviate a nozze e a festini; ma io non lo voglio, capite?... All'età mia debbo ben sapere come regolarmi, e non ho bisogno di consigli... Farò per mio nipote quanto mi converrà, e non spetta a voi d'impicciarvene. Tu poi, Eugenia, bada a non parlarmene piú, se non vuoi che ti mandi in quattro e quattro otto all'abbazía di Noyer con Nannina... Ma... e dov'è il giovanotto? È sceso?
- No, amico mio - rispose la moglie.
- E che fa?
- Piange suo padre - disse Eugenia.
Grandet guardò la ragazza senza trovar parola da replicare, sentendosi un po' padre anche lui; poi fece uno o due giri per la sala, e si recò lesto lesto nel suo gabinetto a meditarvi un impiego dei nuovi capitali nei fondi pubblici. Il taglio dei suoi mille e piú ettari di bosco gli aveva dato seicentomila franchi, a cui, unendo il ricavo dei pioppi e le rendite di due anni, oltre i duecentomila franchi che prendeva col vino, veniva ad accumulare un insieme di novecentomila franchi. Lo tentava quel venti per cento che poteva guadagnarsi in breve sulla rendita dello Stato, e cosí calcolò la sua speculazione al margine del giornale che annunziava la morte del fratello, rimanendo sordo ai gemiti del nipote. Di sotto intanto si serviva il pranzo, e la domestica venne a picchiare contro il muro per avvisarlo. Nello scendere egli pensava ancora:
- Arriviamo all'otto per cento d'interesse, quindi vi è convenienza nell'affare, e in due anni è un milione e mezzo di franchi che mi vengono, tutti in oro sonante.
| |
Eugenia Noyer Nannina Eugenia Stato
|