- Sicché avete un tesoro, voi, signora?... - chiese il bottaio entrando nella camera di sua moglie.
- Amico mio, sto recitando le orazioni, abbiate pazienza, - rispose la povera donna con voce alterata.
- Al diavolo il tuo buon Dio! - borbottò Grandet.
Gli avari non credono nella vita futura, poiché per essi il presente è tutto, e questo stesso concetto diffonde una luce orribile sul mondo odierno, ove piú che mai il denaro domina leggi, politica e costumi. Istituzioni, libri, uomini e dottrina cospirano insieme a scuotere la fede in un'altra vita, fede su cui da diciotto secoli si basa l'edifizio sociale. Tuttavia ci troviamo quasi al medesimo punto, poiché l'avvenire che ci attendeva al di là del requiem fu trasportato nel presente. Giungere per fas et nefas al paradiso terrestre del lusso e delle gioie vanitose, pietrificare il cuore e macerarsi il corpo nell'ansia di beni passeggeri, come un tempo si soffriva il martirio per acquistare i beni eterni, ecco l'idea di tutti, l'idea stabilita e concreta in ogni luogo, persino nelle leggi, le quali domandano all'uomo: Cosa paghi? invece di dirgli: Cosa pensi?... Se una dottrina simile si diffonderà dalla borghesia al popolo, che ne sarà del mondo?
- Signora Grandet, hai finito? - domandò di nuovo il bottaio.
- Amico mio, sto pregando per te.
- Benissimo, buona sera; parleremo domattina. -
La poveretta prese sonno come lo scolaro che non sa la lezione e prevede allo svegliarsi il viso irritato del maestro; ma, mentr'ella s'avvolgeva paurosa nelle lenzuola, ecco Eugenia avvicinarsi in camicia, a piedi nudi, per darle un bacio in fronte.
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Dio Grandet Grandet Eugenia
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