Pagina (126/215)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Oh sí, ho conosciuto della vita soltanto i fiori, e la gran felicità non poteva durare! Ma pure, o Annetta mia, sento piú coraggio di quanto per solito si debba supporre in un giovanotto svogliato, avvezzo alle moine della piú soave donna di Parigi, cullato fra le gioie della famiglia e le affettuose condiscendenze del padre... Oh, il babbo, Annetta, il babbo, è morto! ... Ebbene, io ho riflettuto sulla mia posizione e sulla tua. Sono invecchiato assai in ventiquattr'ore. Nemmeno la tua rinunzia a tutti i piaceri del lusso, allo splendore delle tolette, al palco dell'Opera potrebbe lasciarmi tanto da sopperire alle spese necessarie per la mia vita dissoluta, ed io d'altra parte non accetterei mai un tale sacrificio. È quindi bene che ci lasciamo oggi per sempre...
      - O Vergine Santa, la lascia, che gioia! ... -
      Al brusco moto della fanciulla, Carlo si mosse; ella si agghiacciò di paura; ma fortunatamente il giovane non si svegliò ed Eugenia riprese:
      Ignoro quando mi sarà dato di tornare. Sotto il cielo delle Indie l'europeo invecchia presto, specialmente se lavora. Poniamo ch'io rimpatrii fra dieci anni, tua figlia allora ne avrà diciotto e ti sarà compagna e guardia. Dal mondo non potrai sperar bene, e forse neppure da lei, giacché troppi sono gli esempii dei giudizii mondani e della ingratitudine delle ragazze. Profittiamone dunque in tempo. Serba in fondo all'anima com'io farò dal canto mio, il ricordo dei quattro felici anni trascorsi, e, se puoi, resta fedele al povero amico tuo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





Annetta Parigi Annetta Opera Vergine Santa Carlo Eugenia Indie