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      Alla prodigalità paterna quindi rispondeva in lui un affetto vero e senza secondi fini; ma Carlo in fondo era pur figlio della capitale, dedito ai suoi costumi, avvezzo da Annetta a basar tutto sull'egoismo, e poteva considerarsi un vecchio sotto la maschera del giovane. L'educazione sua era la triste educazione di una società, la quale in una serata sola è capace di commettere con pensieri e parole piú delitti che non ne puniscano le Corti d'assise; una società in cui i motti di spirito ammazzano le idee piú nobili e non si è stimati forti se non si dimostra l'occhio pratico della vita, ossia se non si è scettici di tutto, dei sentimenti, degli uomini ed anche di quel che accade; persino i fatti s'inventano. L'occhio pratico poi consiste nel pesare ogni mattina la borsa dell'amico, nel sapersi mantenere politicamente al di sopra delle circostanze, nel non ammirar mai nulla, né opere d'arte né azioni generose, e nel porre a base dell'esistenza l'interesse personale.
      Dopo mille pazzie, la gran dama, la bella Annetta, richiamava Carlo ai pensieri serii, e gli discorreva della posizione futura lisciandogli i capelli con la mano profumata; gli consigliava il calcolo nella vita accomodandogli un ricciolo; gl'infondeva qualcosa di femmineo e di materiale. Doppia corruzione elegante, fine, di buon gusto!
      - Voi siete ingenuo, Carlo - gli diceva - e prevedo che mi ci vorrà fatica a insegnarvi il vivere del mondo. Per esempio, non vi comportate bene riguardo al signor des Lupeaulx... Comprendo anch'io che è persona poco stimabile; ma aspettate che perda il portafoglio per disprezzarlo a vostro bell'agio.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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