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      Tuttavia, nelle due ore stabilite per la digestione, il bottaio, straordinariamente faceto, lanciò diversi aforismi suoi speciali; e ne basterà uno per dar la misura del suo spirito. Quando ebbe inghiottito il liquore guardò il bicchiere:
      - Non si finisce d'accostar le labbra a un bicchiere, che già è vuoto!... Ecco la storia nostra. Non è lecito essere ed essere stato, né gli scudi possono correre e rimanere nella borsa, altrimenti la vita sarebbe troppo bella. -
      Fu anche gioviale e clemente verso Nannina quando ella si presentò con la canapa, tanto da dirle:
      - Sarai stanca tu pure, credo io! ... Lascia andare la canapa.
      - Non importa; mi annoierei a far nulla - rispose la donna.
      - Povera Nannina! ... Vuoi un po' di liquore?
      - Ah, pel liquore non dico di no; la signora lo fa meglio di tutti gli speziali. Quello che vendono pare una medicina.
      - Vi mettono troppo zucchero, e il sapore va via, - osservò Grandet.
      Il giorno seguente per la prima volta s'ebbe l'esempio di una intimità vera in quella famiglia raccolta verso le otto a colazione, perché la sventura aveva subito accomunato la signora Grandet, Eugenia e Carlo; e la stessa Nannina si sentiva inconsciamente attratta a simpatizzare con loro. In quanto al vecchio vignarolo, reso piú trattabile dall'avarizía soddisfatta e dalla certezza che il damerino era prossimo a partire senza costargli altro fuori del viaggio da Saumur a Nantes, non si curò piú della sua presenza e lasciò che i due ragazzi, come chiamava la figlia ed il nipote, se la passassero a modo loro sotto l'occhio vigile di sua moglie, in cui ciecamente confidava per ciò che fosse salvaguardia della moralità pubblica e religiosa.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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