- Dunque, aspetterò, Carlo... Dio! Il babbo è alla finestra! - esclamò respingendo il cugino che si avvicinava per abbracciarla.
Corse paurosa nell'atrio, stette un attimo a piè della scala, ed aprí la porta; poi, confusa ed inconscia di quel che facesse, si cacciò nello stanzino della domestica, il punto piú oscuro del corridoio, e là il giovane, che l'aveva seguita, la prese per mano traendola a sé, le cinse la vita col braccio e la serrò contro il petto. Ogni sforzo di resistenza allora scomparve, ed ella porse dimentica le labbra al piú puro, al piú soave dei baci.
- Oh diletta Eugenia, un cugino val meglio di un fratello e ti può sposare, - disse Carlo.
- Cosí sia! - gridò Nannina, spalancando la porta della sua topaia.
Gl'innamorati sorpresi scapparono in sala, ove la fanciulla tornò al lavoro e il giovane si mise a leggere le Litanie della Vergine nel libro di preghiere della signora Grandet.
- Eh - concluse la domestica, - sembra che tutti preghino,
Quando Carlo ebbe annunziata la partenza, Grandet si dette un bel da fare, perché credessero nel suo interessamento e fu largo di quanto non gli costava nulla. Trovò che le casse da imballaggio si vendevano troppo care, e volle a forza costruirle egli stesso con vecchie tavole, levandosi di buon mattino per tagliarle, congiungerle, piallarle: poi le fece trasportare lungo la Loira e le spedí, debitamente assicurate, a Nantes in tempo utile.
Dopo quel bacio nel corridoio le ore passavano per Eugenia con una rapidità spaventosa, e non di rado l'assaliva il desiderio di seguire il cugino.
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