- Non piangere, Eugenia - le disse piano la madre.
Quando furono sulla porta dell'albergo, Grandet baciò Carlo sulle guancie.
- Voi partite povero, nipote, tornate ricco e troverete salvo l'onore di vostro padre. Ve l'assicuro io, Grandet, ed allora dipenderà da voi...
- Ah, zio, che conforto sono per me queste parole nell'amarezza del distacco! È il piú bel regalo che avreste potuto farmi. -
Egli aveva frainteso le parole, da lui interrotte, del vecchio bottaio; sparse lacrime di riconoscenza sul volto color di rame dello zio, mentre Eugenia stringeva loro forte la mano. Solo il notaio sorrise della finezza di Grandet, ch'egli aveva ben capito, e tutti e quattro rimasero vicino la diligenza finché non si mosse; poi quando fu sparita sul ponte e il rumore n'echeggiò lontano, il vignarolo gridò:
- Buon viaggio! - con tale accento, che fu fortuna l'udisse soltanto mastro Cruchot. Eugenia e la madre si erano recate in un punto donde ancora si scorgeva la carrozza e sventolavano i fazzoletti.
- Mamma, - esclamò la fanciulla quando non vide piú il fazzoletto di Carlo - come vorrei avere per un istante la potenza di Dio! -
***
Per non interrompere il corso degli avvenimenti che seguirono in casa Grandet, occorre accennare fin d'ora alle operazioni compiute dal vecchio mediante l'opera di des Grassins. Un mese dopo la partenza del banchiere egli possedeva una iscrizione di centomila lire di rendita comprata a ottanta franchi netti; ma, nel formarsi l'inventario all'epoca della sua morte, non si poté affatto scoprire in che modo l'acquisto fosse avvenuto.
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