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      - Ah, signore, - ella rispose, - chi avrebbe mai creduto che partendo di qui per la capitale corresse alla rovina?
      - M'è testimone il cielo, signora, che fino all'ultimo momento ho fatto di tutto per distornarlo... Il signor presidente voleva ad ogni costo andar lui, ed oggi è chiaro perché des Grassins ci tenesse tanto a quella gita. -
      Con questa parola Grandet dichiarava di non professargli obbligo.
     
      ***
     
      In ogni caso della vita il dolore è piú acuto nella donna che nell'uomo, giacché questo ha la propria energia e trova conforto nel muoversi, nell'operare, nell'occuparsi del futuro, e l'altra invece vi si ferma faccia a faccia, senza distrazioni, e scende sino in fondo all'abisso spalancato dal dolore, colmandolo spesso con lacrime e preghiere. Cosí accadeva di Carlo ed Eugenia. La fanciulla andava incontro al suo destino, ch'era quello di sentire, di amare, di soffrire e di sacrificarsi, e la sua fortuna, abbondante come i chiodi disseminati sulla muraglia, secondo l'espressione sublime di Bossuet, non le avrebbe un giorno riempito neanche il cavo della mano.
      Dopo la partenza del giovane, la casa Grandet riprese il solito aspetto per tutti, tranne per Eugenia, cui parve d'un tratto vuota completamente. All'insaputa del padre ella conservò la stanza di Carlo, tale quale egli l'aveva lasciata, e la madre e la domestica si fecero complici volentieri di quello statu quo.
      - Chi sa che non ritorni piú presto di quanto crediamo?
      - Ah, vorrei che fosse qui, io! - rispose Nannina. - Mi c'ero avvezza a quel bel signore gentile, dai capelli inanellati come una ragazza.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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