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      - È l'erede di sua madre.
      - Ecco a che servono i figli! Ah, ma io voglio bene a mia moglie, ed essa fortunatamente è robusta... Una La Bertellière!
      - Sarà molto se vive un mese. -
      L'avaro si diede un pugno in fronte, mosse alcuni passi, tornò accanto al notaio e con uno sguardo terribile gli chiese:
      - Come fare allora?
      - V'è un rimedio nella rinuncia pura e semplice di Eugenia alla successione materna. Non vorrete certo diseredarla, non è vero?... E per ottenere questa rinuncia non bisogna indispettirla... Parlandovi cosí vado contro al mio interesse, vecchio mio. Infatti, qual compito ho mai, se non procedere a liquidazioni, inventarii, vendite e divisioni?...
      - Si vedrà, si vedrà... Passiamo ad altro, intanto, perché mi si agitano gl'intestini... Vi è capitato dell'oro?
      - No, ma conservo una diecina di luigi antichi e ve li darò... Pensate a far pace con la ragazza. Tutta Saumur, credetemi, vi sta contro.
      - Canaglie!
      - Consolatevi; la rendita è salita a novantanove.
      - A novantanove, Cruchot?
      - Sí.
      - Eh, eh, novantanove! - ripeté il buonomo accompagnando il notaio alla porta di strada; poi non potendo star fermo per l'interna agitazione, salí dalla moglie e le disse:
      - Oggi potrai passar la giornata con tua figlia... io vado a Froidfond. È l'anniversario del nostro matrimonio, oggi, mia buona moglie, e voglio darti dieci scudi per il tuo altare del Corpus Domini. Era un pezzo che ne desideravi uno! Divertitevi, state allegre e in buona salute. Viva l'allegria! ... -
      Grandet gettò dieci scudi da sei franchi sul letto della moglie e la baciò in fronte.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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