- Stai meglio, eh, buona donna, non è vero?
- Come volete ricevere in casa il Dio del perdono se conservate rancore contro la figliuola? - mormorò tutta commossa la donna.
- Ta, ta, ta, ta - soggiunse Grandet con voce quasi carezzevole - anche a questo penseremo.
- Bontà di Dio, Eugenia - esclamò la signora Grandet rossa di gioia, - vieni ad abbracciare il babbo; ti perdona! -
Ma il bottaio era già fuori e trottava svelto verso le sue tenute cercando di mettere un po' d'ordine nella confusione delle sue idee. Aveva compito da poco i settantasei anni, e la sua avarizia era sempre cresciuta con l'età, come succede di ogni passione ingenita nell'individuo. Per un caso comune agli ambiziosi, agli avari e a tutti coloro i quali concentrano la vita in un sol pensiero, questo era degenerato in manía. E la sua manía era di veder l'oro, di toccarlo, di possederlo. Con l'avarizia era cresciuto anche il sentimento del dispotismo, e considerava una cosa contro natura la probabilità che la morte della moglie lo privasse di una parte dei suoi beni. Palesare alla figliuola il valore del patrimonio o permettere un inventario dei mobili e immobili per licitarli?...
- Equivarrebbe segarsi la gola, - diss'egli ad alta voce in mezzo a una vigna di cui osservava le viti...
Finalmente prese una risoluzione e tornò a Saumur all'ora del pranzo, convinto della necessità di piegare innanzi ad Eugenia, di carezzarla, di ammansirla, affinché gli fosse dato di morire da re con l'impero dei suoi milioni sino all'ultimo respiro.
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