Io abbraccio Eugenia, e se vuole sposare suo cugino lo sposi e gli conservi pure la scatola; ma voglio che tu viva a lungo, moglie mia. Muoviti un po'; senti, ti regalerò il piú bell'altare che si sia mai visto a Saumur.
- Perché trattarci cosí? - disse con voce fioca la signora Grandet.
- Non lo faccio piú, non lo faccio piú, vedrai. - E corse nel suo studiolo; tornò con una manciata di luigi che sparse sul letto. - Ecco, Eugenia, ecco, moglie mia, ecco per voi... Allegra, mia cara, pensa a star bene... Non ti mancherà nulla, e ad Eugenia nemmeno... Qui son cento luigi d'oro per lei. Non li regalerai mica anche questi, eh? -
Le due donne si guardarono meravigliate.
- Riprendeteli, babbo, a noi basta la benevolenza vostra.
- È proprio cosí - diss'egli intascando le monete - siamo d'accordo, e scenderemo tutti a pranzo, in sala, e giuocheremo a tombola ogni sera a due soldi la posta, e vi divertirete, eh, moglie mia?
- Ahimè, vorrei ben farlo; se vi piace; ma non ho la forza di muovermi.
- Povera donna, tu non sai quant'io ti voglia bene! Ed anche a te, piccina - continuò abbracciando la ragazza. - Oh, com'è dolce baciar la propria figlia dopo una lite! Ecco, vedi tu, mammina? sembriamo una persona sola... Ora va a riporre quella scatola: non te ne parlerò piú, non temere. -
Giunse poco dopo il signor Bergerin, il primo medico di Saumur, e disse chiaro a Grandet che la salute della moglie era grave e non lasciava luogo a speranze, ma che con una calma perfetta di spirito e con assidue cure si sarebbe potuto arrivare verso la fine dell'autunno.
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