Voi, cugina, siete libera ed io pure, e nulla parrebbe impedire che si realizzassero i nostri piccoli disegni; ma la lealtà m'impone di esporvi lo stato preciso delle cose mie. Non ho dimenticato i miei impegni, e nelle lunghe peregrinazioni ho avuto sempre in mente il piccolo banco di legno...
Eugenia fu in piedi di scatto, come se si fosse trovata sopra carboni accesi, e andò a sedere su un gradino del cortile.
...il piccolo banco di legno ove ci siam giurati amore eterno, il corridoio, la sala grigia, la mia camera in soffitta e la notte in cui mi facilitaste l'avvenire colla delicata vostra offerta. Sí, a questi ricordi ho attinto spesso il coraggio, ripetendomi che nell'ora convenuta il vostro pensiero a me si rivolgeva come il mio a voi. Vi è mai capitato di contemplare le nuvole alle nove?... Sí, è vero? Non voglio perciò tradire un'amicizia sacra e tanto meno ingannarvi. Si tratta ora per me d'un legame che soddisfa a tutte le idee che mi son formato sul matrimonio, e faccio astrazione dall'amore, che nel matrimonio è una chimera. Ho imparato per esperienza che bisogna piegarsi alle leggi sociali e riunire, nel prender moglie, tutte le possibili convenienze. Ora, esiste già fra noi una differenza di età, che forse avrebbe maggior peso sull'avvenire vostro che sul mio, e tralascio di accennare alla educazione ed alle abitudini vostre che non si confanno colla vita che si conduce a Parigi, né con i miei disegni ulteriori. Ho intenzione di metter su casa in grande e ricevere molta gente; mentre se mal non ricordo a voi piace una dolce tranquillità... Sarò ancora più franco, scegliendovi arbitra della mia posizione e dandovi pieno diritto di conoscerla e giudicarla.
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Parigi
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