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      Nessun altro motivo avrebbe potuto scusare quella infrazione alle convenienze, rispettate con tanto rigore nelle cittaduzze di provincia
      - Signor presidente, - disse Eugenia commossa appena furono soli - io conosco bene quel che vi piace in me, ed io acconsentirò a sposarvi se mi giurate di concedermi libertà assoluta per tutta la vita, senza rammentarvi mai dei diritti che il matrimonio vi darà sulla mia persona. Oh! - riprese ella vedendolo in atto d'inginocchiarsele davanti - non ho detto tutto. Io non devo ingannarvi, signore. Sappiate che un sentimento inestinguibile mi empie l'anima, e che l'amicizia è il solo sentimento che posso offrire a mio marito. La mia mano e le mie ricchezze poi saranno vostre a patto che mi rendiate un gran servizio.
      - Son pronto a far quello che chiedete - rispose de Bonfons.
      Ella trasse dal seno un certificato di cento azioni della Banca di Francia, e glielo porse.
      - Eccovi un milione e mezzo. Partite immediatamente per Parigi, informatevi da des Grassins del nome di tutti i creditori di mio zio, pagate loro fino all'ultimo centesimo il vecchio debito, capitale ed interessi, procurandovi una quietanza in regola. Siete magistrato, e per quest'affare mi rimetto a voi pienamente. Vi conosco inoltre uomo leale e galantuomo, ed alla vostra parola non esiterò ad affidarmi per traversare i pericoli dell'esistenza sotto l'egida del vostro nome. Ci useremo indulgenza reciproca, giacché da un pezzo ci conosciamo e possiamo quasi dirci parenti... Non mi vorrete quindi rendere infelice.


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Eugenia Grandet
di Onorato di Balzac
pagine 215

   





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